“Da una sola parte, dalla parte dei lavoratori” – Giacomo Brodolini

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Pensioni 2021: quali novità?

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La riforma pensionistica introdotta dal governo Monti in materia previdenziale a partire dal 2012 prevedeva il mantenimento dell’aggiornamento triennale dei requisiti di accesso al pensionamento in base all’andamento della speranza di vita fino al 2019, per poi diventare biennale.

Il primo governo Conte ha lanciato nel 2019 la cosiddetta Quota100, introducendo qualche modifica al processo di aggiornamento dei requisiti, ma non ha eliminato del tutto il nuovo aggiornamento scattato il primo gennaio 2021. Tuttavia, questo nuovo aggiornamento è stato “indolore”, dato che i requisiti sono rimasti gli stessi del 2020.

Vediamo quindi quando si può andare in pensione.

CanaleEtà anagraficaAnzianità contributivaImporto minimo della pensione (per le sole pensioni totalmente contributive)a
Vecchiaia67 anni20b anni1,5 volte l’assegno sociale (nel 2012, incrementato in base alla crescita del Pil negli anni successivi con pavimento a 1,5 volte l’assegno sociale in vigore al momento)
Vecchiaia anticipatacQualsiasiDonne: 41 anni e 10 mesi
Uomini: 42 anni e 10 mesi
Nessuno
Vecchiaia anticipata post96d64 anni20 anni2,8 volte l’assegno sociale (nel 2012, incrementato in base alla crescita del Pil negli anni successivi con pavimento a 2,8 volte l’assegno sociale in vigore al momento)

a) Limite non considerato se si accede al pensionamento a 71 anni.

b) 5 anni se la pensione è totalmente contributiva e si accede alla pensione a 71 anni.

c) Requisiti bloccati fino alla fine del 2026; è prevista una finestra di uscita di tre mesi.

d) Possibile solo per soggetti che non hanno contribuzione previdenziale prima del 1996

e) In vigore solo fino alla fine del 2021

A questi canali stabili si aggiungono altre opzioni temporanee o eccezioni per particolari categorie di lavoratori.

Tra queste la Quota100, che consente di accedere al pensionamento se si hanno almeno 62 anni di età e almeno 38 di contributi (a cui si aggiungono tre mesi di finestra per i lavoratori privati e sei per i pubblici) che vedrà la sua fine naturale al termine di quest’anno, come previsto dalla norma che l’ha introdotta.

Rinnovata per il 2021 anche l’Opzione Donna che consente l’accesso alla pensione lavoratrici che entro il 31 dicembre 2020 abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età pari o superiore a 58 se dipendenti e a 59 se autonome. Vanno aggiunte le finestre di accesso che continuano ad essere di dodici mesi per le lavoratrici dipendenti e diciotto mesi per le autonome. Si ricorda che questa forma di pensionamento anticipato implica il calcolo dell’assegno pensionistico con l’applicazione del sistema interamente contributivo.

Sono poi previste agevolazioni per chi svolge lavoro usurante e per i lavoratori precoci (ossia che hanno maturato un anno di contributi prima del compimento dei 19 anni) che si trovino in particolari condizioni di bisogno.

È stata infine prorogata per un’ulteriore annualità l’APE sociale, anticipo pensionistico in forma di sussidio statale accessibile ad una età non inferiore a 63 anni e 5 mesi in assenza di altri trattamenti pensionistici diretti e in presenza di particolari condizioni di bisogno e di anzianità contributiva, erogata fino all’accesso al pensionamento effettivo.

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