“Da una sola parte, dalla parte dei lavoratori” – Giacomo Brodolini

Area Riservata

“Da una sola parte, dalla parte dei lavoratori” – Giacomo Brodolini

Cerca
Close this search box.

Uilca: donne, gap occupazionale cresce. Sud resta sotto la media

Condividi su

Le aziende favoriscano sviluppo, inclusione e cooperazione sociale

L’indipendenza economica riveste un ruolo importante per debellare la violenza contro le donne. Avere un lavoro e un salario facilita la possibilità di costruire il proprio futuro e investire in sè stessi senza essere obbligati a dipendere da altri. Per il 2021 il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro in Italia, secondo le rilevazioni Eurostat, è del 53,2%, contro una media europea del 67,7%. Il gap nell’ultimo decennio è cresciuto, nonostante interventi volti a favorire l’opportunità di impiego per le donne (fig.1).

La percentuale di partecipazione degli uomini nel mercato del lavoro rimane, sia a livello europeo che nazionale, molto più elevata rispetto a quella delle donne, anche se il gap fra Italia e Europa per gli uomini è del 6,1%, molto inferiore rispetto a quello delle donne (fig.2). Questi i risultati di un’analisi condotta dal Centro Studi Uilca Orietta Guerra in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Impegnarsi per permettere a tutti, soprattutto alle donne, di non essere discriminati nelle assunzioni e ostacolati nei posti di lavoro, creando ambienti lavorativi inclusivi che favoriscano lo sviluppo delle persone e la cooperazione sociale, deve essere una priorità del Sindacato”, così Fulvio Furlan, segretario generale Uilca, per il quale “creare posti di lavoro è il modo migliore per dare dignità alle persone e ricchezza al Paese”.

I riflessi della ridotta presenza femminile nel mondo del lavoro, e la loro conseguente minore capacità redittuale, si notano anche nel settore finanziario: le donne che riescono a ottenere un finanziamento sono il 22,7%, contro il 37,4% degli uomini. Tale percentuale risulta ancora più bassa per le donne nell’Italia meridionale (fig.3).

Esiste una relazione tra partecipazione al mondo del lavoro e accesso al credito: analizzando i tassi di occupazione femminile per regione si osserva che quelle del sud Italia sono sotto la media nazionale (fig.4).

A confermare questa tendenza sono i dati degli affidamenti finanziari, in cui si registrando i dati più bassi di concessione per le donne nelle regioni del meridione: Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia (fig.5).

Per il Centro Studi Uilca Orietta Guerra ridurre queste disuguaglianze è fondamentale, considerato il ruolo centrale del sistema bancario per allocare la liquidità delle famiglie italiane – il cui ammontare è differente in ogni regione (fig.6) – in investimenti produttivi per il Paese, creando occupazione. Un Paese che presenta squilibri regionali elevati nella ricchezza familiare procapite (fig.7), come il Sud Italia che ricopre le ultime posizioni. Ciò sintetizza come lo sviluppo dell’Italia passi attraverso più investimenti e più occupazione, favorendo l’imprenditoria, anche femminile, in quelle aree.

Sebbene, nell’ultimo decennio (fig.8) la ricchezza delle famiglie è aumentata del 4,8%, nel Sud Italia vi è stata una contrazione oppure una bassa crescita. Per il Centro Studi Uilca Orietta Guerra molto dipende dai bassi tassi di occupazione femminile: le statistiche dimostrano che il Prodotto Interno Lordo, e dunque la ricchezza da redistribuire, nel mondo crescerà solo se le donne avranno un lavoro e potranno far pesare la propria voce nelle scelte.

Condividi