Oltre il 90% delle filiali chiuse sul territorio nazionale, interi uffici di direzione deserti. Lo sciopero dei dipendenti della Banca Popolare di Bari del 17 aprile appena trascorso può dirsi decisamente riuscito grazie alla straordinaria partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori che va ben oltre il 70% comunicato dall’Azienda. Un grazie particolare, quindi, ai colleghi e alle colleghe che hanno aderito alla giornata di mobilitazione sopportando un ulteriore sacrificio economico e mostrando grande coesione. Le capillari assemblee, del resto, avevano espresso unanime volontà di arrivare allo sciopero e quella volontà ha trovato conferma nell’adesione massiccia alla giornata di lotta, nonostante qualche meschino tentativo di dissuasione respinto al mittente.
La protesta ha avuto un grande merito: quello di far parlare della BPB non già per le cronache giudiziarie o per le comprensibili aspettative dei soci – ai quali va la nostra solidarietà – traditi dalla scellerata gestione precommissariamento, ma anche per il profondo disagio e per le privazioni ai quali i dipendenti sono sottoposti senza avere chiarezza del proprio futuro.
La voce dei dipendenti che reclama:
- certezza sul futuro della BPB,
- sostenibile organizzazione del lavoro,
- recupero salariale,
è uscita dal ristretto perimetro della Banca per iniziare a diventare una questione di pubblico interesse: la Proprietà e il management dovranno tenerne conto. Ora, forti del massiccio consenso, ci muoveremo per costringere, chi ha il potere per farlo, a dar vita ad un dialogo concreto, che porti, in maniera seria e fattuale, alla soluzione dei temi alla base dell’azione di protesta. Il futuro di questa Banca ci appartiene ed è di fondamentale importanza per il Gruppo MCC, per la missione di banca del mezzogiorno delineata nel progetto di rilancio sancito con l’accordo del 10.06.2020.
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN
Banca Popolare di Bari