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Uilca: ad Ancona termina la sesta tappa di Chiusura filiali? No, grazie.

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Per il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli “importante presenza fisica delle banche nei territori”. Il segretario generale Uilca Fulvio Furlan: “Diamo voce ai piccoli centri, le istituzioni sono con noi”

Si è conclusa oggi ad Ancona, con la partecipazione del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, del segretario generale Uilca Fulvio Furlan e della segreteria generale Uil Marche Claudia Mazzucchelli, la sesta tappa di Chiusura filiali? No, grazie., la campagna Uilca contro la desertificazione bancaria, che ha fatto sosta in Abruzzo, nel comune di Sante Marie (AQ), e nelle Marche nel comune maceratese di Valfornace. 

Siamo tornati nelle piazze dei comuni italiani, tra le persone, per raccogliere e dare voce al disagio dei piccoli centri causato dalla chiusura degli sportelli bancari”, così il segretario generale Uilca Fulvio Furlan durante l’incontro nel capoluogo marchigiano. “I primi dati parziali raccolti dal nostro sondaggio parlano chiaro: le persone sono insoddisfatte dalla chiusura degli sportelli nel proprio territorio e la percepiscono come un abbandono, a conferma del ruolo sociale cui le banche sono chiamate a rispondere”. 

Malcontento e insoddisfazione: questo è quanto emerge dai primi dati, raccolti su 1.400 persone, durante la prima parte[1]della campagna Chiusura filiali? No, grazie. sul fenomeno della desertificazione bancaria. Nove su dieci si dichiarano “insoddisfatte” dalla chiusura delle filiali bancarie nel proprio comune. Sei persone su dieci, pari al 60% degli intervistati, dichiarano di recarsi in una sede bancaria “almeno una volta al mese” e oltre il 70% confessa di aver avvertito “molto” la riduzione degli sportelli bancari e la percezione dell’abbandono dei territori.

Il territorio ha affrontato alcune chiusure e ridimensionamenti a scapito dei sindaci e delle comunità. È chiaro che bisogna immaginare un’evoluzione tecnologica che possa anche supportare e facilitare la quotidianità di tutti noi ma dall’altra parte credo sia giusto mantenere dei presidi fisici nei territori”, dichiara il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli che ha preso parte all’iniziativa Uilca. “La presenza fisica delle banche è importante perché non si tratta solo della gestione quotidiana ma ci sono anche le imprese e qui nelle Marche paghiamo la scomparsa della più grande banca regionale”. 

Secondo i dati elaborati dal Centro Studi Uilca Orietta Guerra, in Abruzzo i comuni rimasti privi di filiali sono 32, pari a un calo del 20,3%, passando da 158 a 126 dal 2018 al 2022. Negli ultimi cinque anni si è registrata una diminuzione del 22% delle filiali con la chiusura di 120 sportelli, da 549 a 429 mentre i dipendenti sono scesi di 604 unità (-17,4%), da 3.474 a 2.870. Nelle Marche, nello stesso periodo si è registrato un calo del 19,4% degli sportelli bancari (-164), passando da 844 a 680. I comuni che offrono l’accesso al servizio bancario sono diminuiti del 12,6% passando da 190 a 166 così come i dipendenti che scendono a 5.218, pari a un calo del 18,6% dai 6.407.  

Uil Marche sostiene con forza la campagna Uilca che ha saputo intercettare un problema qui in regione particolarmente sentito non solo per la fascia più anziana della popolazione ma anche per l’entroterra che paga uno scotto pesante in termini di servizi. Si dice sempre che si vogliono rilanciare i piccoli centri ma poi si continua a togliere servizi e anche il venir meno del rapporto fiduciario banca cliente contribuisce a questo depauperamento. Inoltre anche le Marche hanno un tessuto di Pmi che sono doppiamente danneggiate dalla situazione anche in termini di sviluppo economico”, commenta così la segreteria generale Uil Marche Claudia Mazzucchelli. “Le banche allora sono solo aziende che cercano profitto o svolgono anche una funzione sociale nei confronti delle persone e delle piccole imprese?”  La prossima tappa di Chiusura filiali? No, grazie. sarà il 3 ottobre in Sardegna. Oltre alla battaglia contro la chiusura delle filiali, Uilca porta avanti la campagna Basta pressioni commerciali, contro le indebite pressioni cui sono sottoposti le lavoratrici e i lavoratori del credito.


[1] La prima parte della ricerca riguarda le regioni Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Lombardia, Basilicata e Puglia

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