“Da una sola parte, dalla parte dei lavoratori” – Giacomo Brodolini

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Internazionale: Uilca news n.17 – ottobre 2023

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MEETING CONGIUNTO UNI EUROPA FINANCE – UNI P&M

di Gianfranco De Zottis

Nella giornata di mercoledì 4 ottobre si è tenuto a Bruxelles un importante incontro congiunto tra Uni Europa Finance (Uni Global Union di ambito regionale), che si occupa del settore finanziario europeo, e Uni P&M (Professionals and Managers), ossia il segmento di Uni dedicato alle alte professionalità. L’incontro ha visto la partecipazione di sindacalisti di vari settori, in rappresentanza dei diversi paesi (Italia, Francia, Spagna, Belgio, Olanda e Gran Bretagna). Per Uilca ha partecipato il segretario nazionale con delega alle politiche internazionali, Filippo Arena, e uno dei coordinatori del Dipartimento Alte Professionalità della Uilca e componente del Dipartimento Internazionale, Gianfranco De Zottis.

Dopo l’introduzione di Angelo Di Cristo (Capo Dipartimento del settore finanza di Uni), ci si è soffermati su due grandi temi:
− L’intelligenza artificiale generativa (GenAI) – con un focus particolare per il settore bancario. A cura di Massimo Mensi – Direttore di Uni Global P&M – si è parlato di GenAI, che è un tipo di intelligenza artificiale in grado di generare testi, immagini, video, musica o altri media in risposta a determinate richieste, dette prompt.
− Lo sviluppo della nuova direttiva europea sul telelavoro.
Tema trattato unitamente all’analisi attuale delle necessarie implementazioni regolamentari sul lavoro da remoto.

“IL FUTURO HA GIA’ BUSSATO ALLA PORTA”
Per quanto riguarda la complessiva analisi sull’avvento dell’intelligenza artificiale generativa vi è la consapevolezza, da parte del sindacato internazionale, che il suo utilizzo, assieme a quello dei cosiddetti “big data”, ha già iniziato a determinare nuove scelte organizzative nelle imprese, con conseguenti modifiche degli ambienti di lavoro e dei processi produttivi in tutti i settori. In particolare, per il settore bancario, si è analizzata la situazione delle banche americane, che sul tema della GenAI guidano la corsa alla trasformazione globale del loro business (es. Jp Morgan Chase, multinazionale statunitense di servizi finanziari e Hsbc, primo istituto di credito europeo per capitalizzazione, ecc…), con piattaforme volte a automatizzare i processi di revisione dei contratti o, addirittura, con androidi utilizzati in attività di hosting, capaci di leggere emozioni e stati cognitivi.

Molti sono già gli importanti sviluppi conseguenti, ad esempio, sulla fornitura di consulenza personalizzata, raccomandazione mirata dei prodotti, sulla prevenzione delle frodi, sul trading e sulle collaborazioni/partnership digitali, ancorché al momento solo sei banche nordamericane abbiano perseguito l’obiettivo di ottenere specifici brevetti. Tuttavia, anche le banche europee eccellono negli investimenti sull’intelligenza artificiale e, complessivamente, il focus del meeting congiunto Uni Europa Finance e Uni P&M si è chiaramente incentrato sugli impatti di questo processo sulle lavoratrici e sui lavoratori. Si stima che ci sarà un aumento della produttività complessiva per il settore bancario, in particolare sulle commissioni, con un aumento dal 2,8% al 4,7%, con significativi miglioramenti sulla fiducia dei consumatori/clienti, sulla professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori del settore e sulla riduzione del rischio, con un aumento della efficienza nel monitoraggio delle frodi bancarie.

Il middle management delle imprese ha la chiave di volta per liberare appieno le potenzialità correlate all’utilizzo positivo dell’intelligenza artificiale, ma è fondamentale mettere in atto tutte le azioni volte a rafforzare l’ambito legislativo e normativo, per garantire che le interfacce utilizzate dai clienti siano sicure e che i dati sensibili siano protetti da accessi o divulgazioni non autorizzate. Importante sarà limitarne l’utilizzo improprio da parte delle imprese, rafforzare la contrattazione collettiva sindacale, che delimiti i confini di questa complessa materia, comprendente anche l’utilizzo degli algoritmi, e verificare l’impatto sulla salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori del settore finanziario.

“DAL LAVORO DA REMOTO ALLA NUOVA DIRETTIVA UE SUL TELELAVORO”
Relativamente all’aggiornamento sull’iter di emanazione della direttiva europea sul telelavoro, durante la riunione è intervenuta Maureen Hick, Direttrice di Uni Europa Finance, che ha illustrato i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, connessi all’enorme sviluppo del lavoro da remoto. Vi è la necessità che i datori di lavoro garantiscano la libertà di associazione sindacale e la contrattazione collettiva per le lavoratrici e i lavoratori da remoto.

Devono esserci le stesse condizioni, di impiego e remunerative, e gli stessi diritti, senza alcuna discriminazione rispetto al lavoro in presenza, con misure atte a prevenire il rischio di isolamento delle persone. Non meno importante è l’attenzione che bisogna porre al tema del controllo a distanza delle lavoratrici e dei lavoratori, con necessari interventi restrittivi, per impedire derive aziendali in tal senso. Altro punto fondamentale dell’analisi illustrata dalla direttrice di Uni Europa Finance è l’accesso volontario al lavoro da remoto, tramite accordo tra le parti, e il necessario diritto alla disconnessione. Le imprese devono rimanere responsabili sulla salute e sicurezza, sia del lavoro da remoto che del telelavoro, e, conseguentemente, devono farsi carico dei relativi costi per le misure da adottare, comprendendo in tale definizione l’equipaggiamento necessario e la postazione di lavoro.

Inoltre, devono essere garantite le stesse opportunità di sviluppo professionale e di carriera senza distinzione rispetto alle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, ossia da remoto/in telelavoro o in presenza. Diventa altresì necessario, prima di qualsiasi accordo estensivo sul lavoro da remoto, che le Organizzazioni Sindacali e datoriali completino i loro studi sull’impatto complessivo prodotto sulle lavoratrici e sui lavoratori e producano le relative documentazioni, anche in ottica di un rafforzamento del dialogo sociale, a beneficio di un complessivo accordo in materia.

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