A fronte della nostra reiterata richiesta di prorogare lo Smart Working, l’Azienda ci ha comunicato ieri sera che “tale richiesta non può essere accolta”. Dopo la decisione unilaterale del 6 dicembre, comunicata a tutti i dipendenti, l’Azienda insiste con questa politica per noi assolutamente e doppiamente sbagliata.
Sbagliato eliminare lo Smart Working come modello organizzativo esteso sulla base di una generica “visione d’impresa mirata all’efficienza”, senza che la decisione sia stata supportata da nessun dato specifico. Di nuovo sbagliato negare persino una proroga dell’istituto in una fase particolare in cui le lavoratrici e i lavoratori dovranno esprimersi a breve sulla consultazione che si svolgerà entro il 15 gennaio.
Ma noi non abbandoniamo certo la questione dello Smart Working.
Come scritto ancora nell’ultimo comunicato unitario di lunedì scorso, lo Smart Working resta ben presente e al centro della consultazione. Come Sindacato evidenziamo ancora una volta che lo Smart Working è uno strumento fondamentale per garantire un equilibrio tra tempi di vita e di lavoro, obiettivo prioritario per chi lavora e per un sistema produttivo moderno. Le performance aziendali sono infatti migliorate con l’introduzione dello Smart Working, che costituisce oggettivamente un modello attrattivo per le nuove generazioni.
Abbandonare questa modalità di lavoro come modello organizzativo non solo è assolutamente privo di logica, ma è anche controproducente e quasi antieconomico per un’azienda come Unipol. Questa decisione contrasta anche con la politica socialmente sostenibile e ambientalista più volte sbandierata dall’Azienda, perché sappiamo tutti che eliminare lo Smart Working significa aumentare l’uso delle automobili private per raggiungere il luogo di lavoro, con evidenti ripercussioni sia su chi lavora che sull’ambiente. Sono dannose e pubbliche contraddizioni che restano prive di spiegazione.
Come anche non è spiegabile la scelta aziendale di andare nelle ristrutturazioni delle grandi sedi verso allestimenti di uffici nella modalità open space, che in tutte le altre realtà si accompagna all’utilizzo in modo esteso dello Smart Working: condividere gli spazi comprimendoli e prevederli in rotazione, e al tempo stesso imporre il lavoro in presenza, è una contraddizione che non riusciamo a capire.
Da parte nostra, continueremo a contrastare la scelta unilaterale aziendale di non adottare lo Smart Working come modello organizzativo per tutti i dipendenti del Gruppo. La consultazione stabilirà in quale modo le lavoratrici e i lavoratori intendono procedere, rivendicando questo diritto.
Confermiamo infine la proroga delle flessibilità estese anche dal 1/1/2025.
Le Rappresentanze Sindacali Gruppo Unipol
First CISL – Fisac CGIL – FNA – SNFIA – Uilca UIL