Nel marasma mediatico della crisi di governo la notizia che 200 multinazionali tra le più grandi aziende americane hanno pubblicato un documento in cui sconfessano il mantra “prima gli azionisti” che per anni ha guidato le politiche aziendali, è passata in secondo piano. “Per creare valore bisogna guardare anche all’impatto ecologico, al rispetto dei clienti e “alle condizioni dignitose offerte ai dipendenti””, recita l’articolo de “La Repubblica”, che potrete leggere cliccando qui.
Intanto bisognerà verificare la vera portata di questo “tavolo di lavoro” che se portato fino in fondo potrebbe essere davvero una rivoluzione del capitalismo industriale visto e vissuto fino ad oggi.
Quello che mi meraviglia è che mentre le banche italiane cercano a tutti i i costi di fare utili agli azionisti, fare bilanci tagliando il personale, allontanarsi dalle comunità locali chiedendo migliaia di filiali, nel paese più capitalista del mondo si inizia a parlare di sostenibilità ecologica, di profitti no a tutti i costi, di non cercare paradisi fiscali e, soprattutto, il rispetto e la qualità del lavoro delle persone.
Alcune banche, UniCredit in testa, si sono, spesso, messi alla testa dell’etica finanziaria, con scarsi risultati fino ad ora.
Adesso c’è questa occasione!
Come Uilca, come sindacato unitario del mondo del credito e delle assicurazioni, abbiamo posto da tempo queste sfide.
Sfide che riproporremo alla ripresa delle trattative sul rinnovo del Ccnl del credito.
Massimo Masi
Segretario Generale Uilca