“Da una sola parte, dalla parte dei lavoratori” – Giacomo Brodolini

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Basta pressioni commerciali

Basta pressioni commerciali, la campagna Uilca contro le indebite pressioni cui sono sottoposti le colleghe e i colleghi del credito.

È giunto il momento di fare un passo in avanti: le pressioni commerciali non sono un problema che riguarda solo lavoratrici e lavoratori e aziende, ma anche le istituzioni politiche, nazionali e locali, e la società civile.

Bisogna recuperare un ruolo sociale delle aziende. In quest’ottica, è il momento di inserire il tema nell’ambito di un dibattito più ampio, che coinvolga più soggetti; consenta nuove prospettive e rafforzi il valore della rivendicazione delle lavoratrici e dei lavoratori all’interno delle aziende e del settore.

Vi è la necessità di allargare la discussione al benessere lavorativo e a profili di salute e sicurezza, posto il progressivo aumento di segnalazioni di disagio psicologico e di situazioni di stress tra il personale bancario, che si traducono anche in costi per la collettività nel momento in cui vanno a gravare direttamente o indirettamente sul sistema sanitario nazionale.

Cosa sono le pressioni commerciali?

Il lavoro non deve mai essere causa di morte, infortunio o malattia. Le aziende del credito si sono trasformate in aziende commerciali con obiettivi reddituali sempre più alti, modificando radicalmente le capacità e le competenze richieste al personale. L’accordo nazionale tra l’Associazione Bancaria Italiana (Abi) e le Organizzazioni Sindacali sulle pressioni commerciali (Accordo sulle politiche commerciali e l’organizzazione del lavoro), sottoscritto nel 2017, ha certificato l’esistenza di un problema che si manifesta quando le politiche di vendita si trasformano in pressioni sui lavoratori e quando comportamenti impropri e intensità del lavoro generano livelli cronici di stress e malessere. Abi ha condiviso che principi e valori di sostenibilità sono alla base dell’agire delle aziende del credito. A confermarlo i numerosissimi accordi a livello aziendale, che hanno definito normative più stringenti su cosa siano i comportamenti impropri, tali da poter essere considerati pressioni commerciali.

Come si manifestano le pressioni commerciali?

Sono vietati i report ad personam, i commenti denigratori, le classifiche di risultati, le eccessive richieste di report, le riunioni orientate a spingere la vendita dei prodotti senza una precisa spiegazione dei contenuti e i fuori orario di lavoro. Impropri anche le minacce di trasferimento o di perdita di premi. La svolta culturale intrapresa è stata confermata e rafforzata nel contratto nazionale rinnovato a novembre 2023, in cui è stato inserito anche lo svolgimento di un’indagine di clima nel settore e sono stati ribaditi questi principi, oltre al valore dell’eticità della vendita di prodotti finanziari. 

A chi rivolgersi per denunciare le pressioni commerciali?

Dai maggiori Gruppi bancari – Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper – alle banche minori, molte imprese hanno creato apposite caselle mail cui far confluire, in maniera anonima o tramite rappresentanza sindacale, le segnalazioni di comportamenti irrispettosi o impropri che ledono la dignità della persona o ne condizionano il benessere psicofisico. Le lavoratrici e i lavoratori che subiscono pressioni inopportune o comportamenti non conformi, che ne minano la serenità personale, possono rivolgersi al proprio rappresentante sindacale o utilizzare la casella di segnalazione aziendale.
È opportuno reagire, cercare sostegno, perché il problema non sono i risultati non raggiunti ma l’organizzazione del lavoro improntata sulla massimizzazione del risultato, ad ogni costo!

Contatta Uilca nella tua banca

FAQ

Contatta il sindacalista Uilca o la Struttura Uilca sul tuo territorio evidenziando la situazione. Se nella tua azienda sono previsti strumenti d’intervento diretto, attivali o in alternativa chiedi di attivarli al Sindacato, in caso di timore di ritorsioni. Attenzione a distinguere le pressioni commerciali da toni arroganti e maleducazione che rientrano anche in altri interventi sindacali!

No, si tratta di comportamenti vietati, reputati impropri anche secondo l’Accordo Nazionale sulle corrette politiche di vendita.

Bisogna fare attenzione perché a seconda delle pratiche e dei controlli non effettuati oppure delle segnalazioni non fatte, la responsabilità è personale di chi ha gestito la pratica.

Sì, purché non si tratti di una pressione incalzante, con report impropri sui risultati, ma solo di una richiesta.
Tutte le aziende hanno strumenti di verifica sulle operazioni concluse, quindi i report possono essere una forma di comportamento stressante. La politica di concessione del credito senza analisi approfondite ha portato le aziende di credito a gravi problemi di incagli e relativi Npl.

È corretto considerarsi vittima di pressioni commerciali se riconosci nell’elenco seguente uno o più comportamenti rivolti nei tuoi confronti:
 
  • Il mio responsabile continua a pressarmi, anche con toni arroganti, per vendere più prodotti.
  • Mi viene chiesto quotidianamente di presentare report sui risultati, risultati che vengono poi pubblicati nelle classifiche di vendita esposte nelle continue riunioni.
  • Sono gestore imprese ma mi chiedono continuamente di vendere polizze tralasciando l’analisi dei bilanci delle aziende.
  • Se non mantengo una elevata quantità di vendita di prodotti, il mio responsabile fa minacce di: 
    • trasferimento
    • abbassamento della valutazione
    • non rinnovarmi il part time
    • non riconoscermi il bonus

Sono previsti strumenti d’intervento diretto ma se hai timore di ritorsioni puoi chiedere di attivarli al Sindacato. Contatta Uilca nella tua banca!

L’impegno di Uilca

Sul tema, il segretario generale Uilca, Fulvio Furlan, ne ha discusso in occasione dell’audizione della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Sistema Bancario e Finanziario lo scorso 17 maggio 2022. 

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