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Cessioni Ramo d’Azienda, novità dall’accordo nel Gruppo Banco Bpm

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Ci sono elementi di rilievo nell’accordo sottoscritto lo scorso 15 maggio per governare le ricadute dell’operazione con cui il Gruppo Banco Bpm ha individuato il ramo d’azienda che gestisce i Non Performing Loans (Npl) e realizzato la sua cessione a Credito Fondiario, perfezionatasi il 1° giugno.

La loro importanza va infatti oltre al già notevole valore che rivestono le tutele che l’intesa definisce per le lavoratrici e i lavoratori, grazie alle quali, tra l’altro, si prefigura per tutto il personale passato a Credito Fondiario la possibilità di rientro nell’azienda cedente.

L’accordo assume particolare spessore in relazione alle proposte presenti nella Piattaforma di rinnovo del Contratto Nazionale del credito, presentata alle lavoratrici e ai lavoratori nelle assemblee svoltesi a maggio.

Un primo aspetto da sottolineare è la dichiarazione con cui nelle premesse dell’accordo le Organizzazioni Sindacali esprimono contrarietà all’operazione “in quanto il credito è un’attività comprensiva di varie fasi di lavorazione, di cui il recupero crediti deteriorati è parte integrante e cedendolo si crea un’ingiustificata interruzione dei processi della relativa filiera in azienda”.

Questa affermazione coglie in modo coerente, nell’ambito di un accordo aziendale, la richiesta presente nella Piattaforma di trovare soluzioni, a livello di Contratto Nazionale, che impediscano l’uscita dall’area contrattuale dei bancari di tutte le attività inerenti la gestione del credito, dalla fase di istruttoria a quelle successive.

Un altro aspetto da evidenziare è in riferimento all’applicazione del Ccnl del credito alle lavoratrici e ai lavoratori ceduti.

Sotto questo profilo, accordi passati, per operazioni in altre banche, già prevedevano questa soluzione, ma recenti avvenimenti hanno evidenziato che quanto finora concordato può essere messo in discussione dall’azienda cessionaria, che non è sottoscrittrice dell’accordo sulle ricadute della vendita del ramo d’azienda.

Ci riferiamo in particolare a Do Bank, che acquistò il ramo d’azienda per la gestione degli Npl da UniCredit e ha presentato un piano d’impresa che prevede un corposo taglio dei costi, per ottenere il quale ha prospettato una ponderosa riduzione del personale e l’applicazione di un contratto diverso da quello del credito.

Condizioni molto pesanti, rispetto alle quali non è stato possibile trovare un accordo sindacale per le rigidità di un’azienda, che, peraltro, avanza tali soluzioni nonostante produca utili e retribuisca lautamente il proprio top management, a partire dall’amministratore delegato.

Per quanto riguarda le tensioni occupazionali l’accordo che venne sottoscritto con UniCredit, per gestire le ricadute della cessione del ramo d’azienda, prevede la riassunzione nel Gruppo originario del personale in caso di tensioni occupazionali in Do Bank, sebbene al momento vi sia una forte contrapposizione se le garanzie debbano già trovare riscontro o se per farlo si debba arrivare all’effettivo licenziamento del personale.

Per quanto concerne l’applicazione del Contratto Nazionale del credito, nello stesso accordo è previsto l’impegno di mantenerlo a tutti i dipendenti coinvolti dall’operazione.

L’intesa però è sottoscritta dall’azienda cedente, come in tutti gli altri accordi di settore, ma non dalla cessionaria, in questo caso Do Bank, che potrebbe quindi perseguire nel suo intento e non rispettare un impegno assunto da altri.

Per questo motivo la Uilca ha dichiarato la necessità che l’accordo per la cessione di ramo d’azienda nel Gruppo Banco Bpm dovesse prendere atto di questo scenario e del palesarsi di questo rischio, dovuto dalla evidenza che l’impresa cessionaria non è parte attiva nella condivisione degli accordi sottoscritti tra Organizzazioni Sindacali e azienda cedente.

In merito il sindacato ha quindi chiesto garanzie per il certo mantenimento nel tempo da parete di Credito Fondiario del Contratto Nazionale del credito o, in caso di disapplicazione, il rientro del personale nell’azienda cedente.

Questa posizione ha portato a due soluzioni, che possono considerarsi innovative, sul tema e in questo tipo di operazioni.

La prima è l’implementazione della formula già utilizzata in altre intese, che recita: “Ai dipendenti destinatari del presente accordo continuerà a essere applicata la contrattazione collettiva del settore del credito tempo per tempo vigente…” con l’ulteriore passaggio: “… sino alla cessazione individuale del rapporto di lavoro”.

Questo elemento aggiuntivo garantisce il diritto per le lavoratrici e i lavoratori di non vedersi disapplicato il Ccnl del credito, ma non è comunque sufficiente a impedire che l’azienda cessionaria possa assumere scelte come quelle prospettate da Do Bank e quindi disattendere un impegno che non ha sottoscritto.

Per questo aspetto le Organizzazioni Sindacali nel Gruppo Banco Bpm hanno ottenuto una lettera di Credito Fondiario, con la quale, in qualità di cessionaria, si “… impegna a dare puntuale attuazione alle intese raggiunte, nella loro completezza, dal momento del previsto passaggio delle quote azionarie”.

Inoltre nella missiva si legge “… nel confermarvi quindi l’applicazione nei confronti del personale trasferito … del Ccnl del credito e della normativa aziendale del personale di provenienza dal Gruppo Banco Bpm…”.

Questi elementi non concludono l’impegno delle Organizzazioni Sindacali, a tutti i livelli, a partire da quello nazionale, di ricercare ogni soluzione per governare e, se possibile, come richiesto nella Piattaforma, contribuire a determinare operazioni societarie, ma costituiscono un passo avanti significativo, di grande coerenza con la Piattaforma, di cui ne rafforza aspetti rilevanti.

Inoltre tali novità possono rappresentare un viatico importante per trovare soluzioni condivise a favore di tutta la categoria dei bancari, nel prossimo confronto per il rinnovo del Contratto Nazionale, sull’applicazione dello stesso nel tempo e in caso di operazioni societarie di vario genere.

Fulvio Furlan

Segretario Generale Aggiunto Uilca

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