“Da una sola parte, dalla parte dei lavoratori” – Giacomo Brodolini

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“Da una sola parte, dalla parte dei lavoratori” – Giacomo Brodolini

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Dipartimento Internazionale: flash news n.5 – sett./ott. 2022

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Report su “Uni Finance World Steering Group meeting”

A margine di una intensa tre giorni di conferenza sulla “ristrutturazione della finanza mondiale”, tenutasi dal 13 al 15 settembre 2022 a Dublino, i Componenti del Comitato Direttivo Globale di Uni Finanza hanno dibattuto e deliberato su tematiche attinenti all’attualità del Settore Finanziario su scala mondiale. Si è partiti dall’analisi di quelli che possono apparire “ovvi presupposti in atto” e cioè dalla transizione ecologica oramai all’unisono ritenuta necessaria a preservare la vita sul nostro pianeta e la transizione tecnologica digitale che ne governa i processi. Si è convenuto che attraverso il settore finanziario si gestisce praticamente ogni aspetto di tale macro-tema ambientale e che per farlo, garantendo nel contempo un’adeguata tenuta del settore, serve una profonda messa a punto del sistema finanziario stesso. Tale attività garantirà alla nuova realtà “Fintech” principalmente due grandi vantaggi e cioè l’accrescimento della security settoriale e conseguentemente anche la crescita del rapporto fiduciario con la clientela. Il Sindacato Internazionale all’unisono ha inoltre espresso la propria consapevolezza sul fatto che attraverso il settore finanziario si gestiscono le povertà e lo sviluppo, ma che tale sviluppo dovrà necessariamente risultare sostenibile per il pianeta e l’intelligenza digitale non dovrà sostituire l’uomo nei processi ma solo favorirli in maniera etica.

Tale fenomeno si ritiene faccia invece sempre più parte dei piani industriali di banche ed assicurazioni dopo aver verificato tali “tentazioni” in occasione dell’accelerazione della nuova organizzazione del lavoro, il cosiddetto lavoro agile, imposta dalla crisi pandemica che oltre al virus ha portato a corredo la grande “propensione” a sostituire il lavoro degli uomini con piattaforme e algoritmi che ne surroghino le prestazioni lavorative ed intellettuali. Si è convenuto pertanto di porre tale fondamentale tema al centro dell’azione di contrasto da parte delle organizzazioni sindacali di tutto il pianeta per anticipare e non solo gestire tali processi attraverso la contrattazione collettiva e di secondo livello. Tutto ciò si inserisce nella nostra corposa agenda “del fare” in un mondo globalizzato che stenta a funzionare, dove tra l’altro il tema dell’inclusione finanziaria si incrocia sempre più con le discriminazioni di genere e di condizione sociale. Il Sindacato Internazionale, nella propria azione di indirizzo e stimolo sociale, oltre che nella sua tradizionale attività negoziale, deve fungere da persuasore per banche e istituti finanziari in genere perché modifichino la propria natura di “agenti speculativi” a istituti al servizio della società nella quale operano.

Il Comitato Direttivo globale di Uni Finanza è ovviamente consapevole del fatto che le transizioni in atto non traggono alcun beneficio dalle radicali competizioni economiche fra continenti e dalle tensioni geopolitiche in atto in varie parti del pianeta, a partire dalla deprecabile aggressione russa all’Ucraina, in quanto non permettono la necessaria unicità di azione ed integrazione fra Istituzioni e Stati. Serve quindi ritrovare unicità di azione ed equilibrio, serve collaborazione e multilateralità con il concreto coinvolgimento dei sindacati di tutto il mondo quali artefici di accordi e di standard di settore che assumano su di sé, se possibile in maniera ancor più autorevole, l’innata capacità di definire e promuovere obiettivi sociali strutturali. È quindi necessario ridurre tensioni sociali e geopolitiche al fine di favorire una più utile transizione ambientale e procedere finalmente in maniera univoca nella direzione della salvaguardia di un pianeta agonizzante. I Sindacati di tutto il mondo devono impegnarsi per far sì che il “servizio finanziario” veda aprirsi nuove prospettive tipiche del “servizio pubblico” vista la centralità del settore in questa fase di cambiamenti epocali. Il “stakeholders banking” deve pertanto diventare il nuovo modello di futura finanza verde e il sindacato internazionale deve cominciare ad impegnarsi, anche in maniera innovativa, per rallentare la finanza speculativa al fine di “indurla a riflettere” sulla necessità di contribuire in maniera decisiva alla costruzione di un nuovo ordine globale. A tale proposito i datori di lavoro devono imparare ad ascoltare il sindacato ed il Sindacato deve tornare ad essere più popolare fra i lavoratori, se necessario, anche attraverso forti prese di posizione sociali e rivendicative.

Per fare ciò dovremo necessariamente contrastare alcune argomentazioni che oggi vengono addotte per giustificare le diseguaglianze nella contrattazione collettiva. Del resto, il Comitato Direttivo di Uni Finanza non può mancare di ricordare che “disparità determinano disparità” portando le dinamiche economiche in una direzione opposta a quella a cui la transizione verde propende. Si delineano così due diversi scenari possibili: è cioè possibile che le Istituzioni si rafforzino e riescano nel loro intento di ridistribuire i rischi sociali tutelando i singoli individui oppure, nella peggiore delle ipotesi, che la transizione non abbia successo determinando il venir meno delle tutele individuali e collettive. Si ritiene che sarà probabilmente necessario sovraesporsi e diventare più impopolari e perfino “meno disponibili al dialogo” per rendere il ruolo sindacale concretamente efficace “a livello più alto”, al fine di fungere da concreto stimolo, incidendo in tali necessarie profonde trasformazioni del settore finanziario e ciò nell’ottica sopra evidenziata che Fintech assuma concretamente il “ruolo di architrave” di un nuovo ordine socio economico globale nel rispetto del lavoro buono e umano. Non esiste quindi alternativa al fatto che la finanza prenda finalmente atto di cosa sia oggi necessario per mantenere in interconnessione fra loro i diversi attori globali. Si è infine convenuto come necessario assumere strategicamente nella nostra azione politico sindacale la metodologia di combinare la voce dei lavoratori con le sintesi delle reti di ricerca in quanto la ricerca e l’analisi sono oggi più che mai indispensabili per comprendere e valutare le compatibilità di quanto, in corso d’opera, avviene per effetto della transizione ambientale e tecnologica. Fra i diversi componenti del Direttorio si è inoltre assunto l’impegno a promuovere dibattiti a livello Nazionale, Regionale e Globale per licenziare il miglior approccio del sindacato a livello globale nei confronti della digitalizzazione del mondo del lavoro finanziario, in quanto per ora, si osserva, essa sta solo erodendo il lavoro buono attraverso la chiusura massiva delle filiali fisiche e non procedendo nel contempo ad un’adeguata regolamentazione dello Smart Working in condivisione con i sindacati di settore. I lavori si sono poi chiusi riaffermando all’unisono “la centralità della contrattazione collettiva quale strumento per combattere la marginalizzazione dell’essere umano lavoratore e delle diseguaglianze sociali in considerazione al rilevante rischio di ulteriore accentuazione di tali fenomeni in caso di transizione tecnologica non governata anche attraverso l’azione mitigatoria, concertativa e di indirizzo del Sindacato”.

A cura del Dipartimento Internazionale Uilca

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