C’era una volta una grande Banca.
Anzi, prima del 2017 erano addirittura due: Banco Popolare e Banca Popolare di Milano ed entrambe stavano bene nel sistema bancario italiano. Erano banche popolari e provavano a mettere al centro la persona.
Ebbene si, il dipendente era una persona. Poi è cambiato il vento, che ha soffiato forte e portato via i valori e la memoria delle proprie origini e la consapevolezza di chi sia giorno dopo giorno a costruire i tanto sbandierati utili ed ecco che al centro di tutto sono diventati gli azionisti. È una brutta “favola” dove a pretendere di vincere sono i cattivi.
E mentre dal castello del Banco BPM continuano a scappare colleghe e colleghi per cercare opportunità migliori altrove, chi ne è a capo riempie di vuoti proclami i canali di comunicazione e si vanta dei riconoscimenti esterni.
Ci chiediamo allora perché all’alba del 10 gennaio 2024 non manifesta alcuna reale volontà di trovare un accordo con il sindacato sul premio aziendale, unica voce economica da trattare in azienda ai sensi del Ccnl, con una trattativa che, a norma di contratto nazionale, avrebbe dovuto concludersi entro il mese di aprile 2023, ed ha già trovato conclusione in tutte le altre banche?
Stessa domanda potremmo fare riguardo alle armonizzazioni dei contratti integrativi. Come mai gli altri istituti si precipitano a intavolare tali trattative appena concludono operazioni di fusione e invece qui dal 2017 nulla si è mosso? Le relazioni sindacali sono l’unico vero strumento di gestione di tutti gli aspetti che impattano su lavoratrici e lavoratori! E al confronto, noi, siamo sempre pronti. Questa azienda ha ancora la voglia e la capacità di essere una grande banca? O si accontenta di essere una favola senza lieto fine?
Sarebbe bene che il re del castello si guardasse allo specchio, scoprirebbe di essere nudo.
COORDINAMENTI GRUPPO BANCO BPM
FABI FIRST CISL FISAC/CGIL UILCA UNISIN
