Nei due giorni appena trascorsi è proseguita la trattativa che ha registrato progressi su alcune questioni, mentre su altre non si sono compiuti passi avanti. Ricordiamo che fino a poco tempo fa TUTTE le sigle sindacali, incluse quelle autonome, avevano concordato e l’azienda pure, che la questione del fondo di solidarietà dovesse rimanere separata dalle altre trattative. Tentare ora di vincolare la firma sul premio aziendale e sugli altri accordi a quella del fondo di solidarietà, con l’obiettivo di sfruttare i risparmi derivanti dalle uscite (da noi stimati in circa 50 milioni di euro) per finanziare un premio il cui costo è nettamente inferiore ed è legato al lavoro fatto dai colleghi che hanno portato agli ottimi risultati
economici rappresenta un’azione inaccettabile oltre che un ricatto da rispedire al mittente.
Sarebbe come se un genitore dicesse al proprio figlio che si, gli farà un regalo per la promozione a scuola visto che ha portato a casa buoni voti, ma solo se andrà a vendere della limonata per ripagarlo del costo sostenuto. Proprio un bravo genitore! E c’è chi gli dice pure “bravo!”. Noi stiamo sostenendo che quel figlio il premio se lo è meritato di suo con il suo impegno per i risultati portati.
Noi rappresentiamo gli interessi dei colleghi. Noi non ripetiamo ossessivamente “siamo pronti a firmare da marzo…” ben consapevoli che se avessimo firmato a marzo anche gli avanzamenti sugli altri temi non ci sarebbero mai stati. È sorprendente che alcune sigle sindacali possano accettare una simile strategia, così penalizzante per i colleghi, ma purtroppo è quello che sta succedendo. Per fortuna si tratta
di una minoranza.
Ma vediamo gli argomenti nel dettaglio
Proroga del Contratto Integrativo Aziendale: l’azienda ha proposto una proroga di soli 12 mesi, che rischierebbe di lasciare i colleghi in una situazione di incertezza proprio mentre si prospetta una possibile operazione societaria con Unicredit. Tale proposta è stata incredibilmente accettata dalle sigle autonome (per fortuna in minoranza). Noi invece chiediamo una proroga di 24 mesi, per garantire ai lavoratori la stabilità necessaria per stare tranquilli. Abbiamo inoltre chiesto un impegno a latere per trattare tematiche, con le giuste tempistiche, che possono essere di interesse sia sindacale che aziendale.
Premio aziendale: a fronte della proposta aziendale di 2.000 euro in welfare o 1.300 euro in contanti (senza le detrazioni del “costo banca”), abbiamo sottolineato che l’importo è ancora insufficiente. Inoltre, la differenza tra l’importo in contanti e quello in welfare, incredibilmente accettata dalle sigle autonome, è eccessiva e svantaggiosa per i colleghi. Una banca con utili mai visti, e che in questo periodo sta vessando i dipendenti con pressioni commerciali inaudite e con richieste di sforzi straordinari, CHE NOI CONFEDERALI ABBIAMO DENUNCIATO, non dovrebbe lesinare tenendo una forbice così ampia che penalizza chi richiede il cash.
Fondo di solidarietà: incredibilmente c’è chi (le sigle autonome) continua a sostenere, esattamente come l’azienda, che le uscite di personale su cui calcolare le giuste assunzioni siano solo 1100. Strano, perché in tutto il settore le stesse sigle, unitariamente ai confederali, hanno trattato su altre basi: si considerano le uscite totali, quelle 1600 dichiarate dall’azienda, a meno di non voler raccontare ai nostri colleghi che chi esce per pensionamento anziché tramite fondo di solidarietà, continuerà a lavorare insieme ai colleghi per dargli una mano. Il nostro mestiere è negoziare in modo serio e coerente, come abbiamo sempre dimostrato, anziché avallare passivamente le posizioni aziendali. Noi vogliamo più assunzioni! Le filiali sono allo stremo!
Armonizzazioni: è l’argomento più vicino ad essere definito, con la proposta di contribuzione aziendale minima di eur 610 per tutti gli iscritti a Caspop (polizza PLUS unica per tutti con opzione di passare a polizza EXTRA) e un contributo minimo aziendale per gli iscritti ai Fondi Pensione del Gruppo, che arriverebbe, gradualmente e a regime 1/1/2027 al 3,25%. Ovviamente si tratterebbe solo di un primo, seppur importante, passo verso la necessaria armonizzazione completa dei trattamenti welfare delle banche del gruppo. Il nostro compito è negoziare, non accettare incondizionatamente le richieste
aziendali. Per questo, ci siamo resi disponibili a proseguire il confronto in tutte le giornate dal
13 al 20 dicembre, con l’obiettivo di concludere il negoziato entro Natale.
Le sigle autonome, ancora una volta, dimostrano di essere supine all’azienda, accettando passivamente tutto ciò che viene proposto, anche quando palesemente a discapito dei colleghi. Sembra quasi che abbiano scambiato il loro ruolo di rappresentanza sindacale per un “mero ufficio timbri” dell’azienda. Ma noi non siamo così.
Noi siamo qui per difendere i colleghi, non per assecondare l’azienda. Vedremo chi si dovesse assumere la gravissima responsabilità di lasciare soli i colleghi in un momento così cruciale senza riconoscergli le giuste tutele, anche occupazionali, e il giusto premio.
COORDINAMENTI GRUPPO BANCO BPM
FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA UIL