Le organizzazioni sindacali Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin registrano la necessità dì interrompere le trattative con il gruppo Deutsche Bank, mai realmente avviate, per esclusiva responsabilità aziendale legata in primo luogo alla carenza di informativa, allo scopo di tutelare in ogni sede i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Si tratta di una decisione molto sofferta e a lungo ponderata, ma resasi inevitabile a fronte dell’arrogante e incoerente comportamento aziendale.
Non più tardi di qualche mese fa, in concomitanza con lo storico rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, Deutsche Bank elogiava – insieme con tutte le altre aziende – l’importanza del Fondo di solidarietà di categoria, istituto mediante il quale è possibile gestire le eccedenze di personale senza traumi, mentre oggi intende affrontare l’uscita di potenziali oltre 40 persone con un progetto unilaterale di incentivazione, rivolto anche a coloro che hanno soli cinque anni di anzianità. Tutto questo in presenza di un accordo sottoscritto nell’agosto 2022 che aveva positivamente risolto un precedente analogo problema, ricorrendo al Fondo di Solidarietà di Settore.
A questo quadro, già molto preoccupante, Deutsche Bank ha voluto aggiungere, in caso di mancato raggiungimento del numero minimo di uscite previste, anche processi di gravosa mobilità territoriale e professionale. Non dimentichiamo inoltre che, proprio in occasione del rinnovo del contratto nazionale, Deutsche Bank è stata una tra le pochissime aziende ad assorbire i costi degli aumenti contrattuali azzerando gli assegni ad personam, con grave danno per le colleghe e i colleghi.
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