“Da una sola parte, dalla parte dei lavoratori” – Giacomo Brodolini

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Internazionale: Uilca news n.8 – gennaio 2023

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“Due diligence” direttiva Ue sulla sostenibilità delle imprese

Dal settore finanziario di Uni Global Union rappresentativo di 150 Organizzazioni Sindacali – tra cui la Uilca in quanto affiliata – e tre milioni di lavoratrici e lavoratori, vi è una forte spinta alla costruzione e all’emanazione di un percorso condiviso (cosiddetta “due diligence”), che porti all’emanazione di una direttiva europea fortemente indirizzata alla tutela dei diritti umani. Ciò avrebbe un impatto significativo su tutte le aziende europee, relativamente alla loro regolamentazione in tema di rispetto dei diritti umani dei lavoratori nello svolgimento della prestazione lavorativa, esteso a tutta la catena valoriale e di produttività associata a ciascuna impresa. Specialmente con la definizione di standard comuni, che potrebbero essere emulati anche dai paesi al di fuori dell’Unione Europea.

La Commissione Europea ha definito, nei suoi propositi di presentazione della direttiva sulla “due diligence”, espressa volontà di assicurarsi che le imprese attive nel mercato europeo contribuiscano a uno sviluppo sostenibile, attraverso l’individuazione, la prevenzione e la mitigazione di potenziali e/o effettivi impatti negativi sul rispetto dei diritti umani e ambientali, connessi alle attività delle imprese. Tuttavia, l’analisi svolta sia da Uni Finance, che da altre associazioni, ha evidenziato diverse lacune in elementi cruciali contenuti nella proposta della direttiva Ue. Ad esempio, vi è l’assenza del ruolo svolto dalle Organizzazioni Sindacali (e da altri stakeholder) nel testo normativo; inoltre, vi sono delle lacune proprio relative al settore finanziario, specialmente l’importanza che esso ha nel contesto economico globale. Siamo dinanzi al pericoloso processo di disintermediazione dei corpi sociali fondamentali per la tenuta democratica e la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Unione Europea.

Il settore finanziario verrebbe escluso dalla lista dei settori cosiddetti “ad alto impatto”, nel complessivo processo di stesura normativa sulla sostenibilità delle imprese e le ragioni di tale esclusione non sono chiare. La proposta inserita nella bozza in discussione, infatti, include per le aziende del settore finanziario un solo vincolo iniziale (a inizio di un contratto), nel processo di definizione dei comportamenti in materia di diritti umani, a differenza di altri settori soggetti a verifiche annuali e ad altre cosiddette “best practice” mondiali di aziende finanziarie multinazionali. In merito poi alla copertura della cosiddetta catena di valore nel processo aziendale vi è un ulteriore elemento di debolezza: riguarderebbe unicamente le holding, escludendo conseguentemente le aziende affiliate interne (ossia domestiche); altresì non è ancora chiaro quali attività del mercato dei capitali siano effettivamente oggetto della direttiva. Le relative implicazioni coinvolgono direttamente i settori che Uilca rappresenta, ossia quello bancario, assicurativo, delle riscossioni e delle autorità, basti pensare al tema del lavoro da remoto con la discussione in atto sul diritto alla disconnessione, sia a livello europeo che domestico.

Evidenziare quindi queste lacune e al tempo stesso lavorare con le istituzioni europee affinché sia implementata la direttiva Ue includendo il settore finanziario e ovviamente consegnando il dovuto ruolo alle Organizzazioni Sindacali è l’obiettivo prioritario di Uni Finance, in vista dell’avvio dell’iter di approvazione del Parlamento Europeo previsto già a inizio del 2023.
Uilca sarà, come sempre, in prima linea per supportare le azioni che Uni Global e Uni Finance adotteranno in vista del processo legislativo.

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