Buongiorno a tutte e a tutti,
l’ampiezza e la profondità del dibattito della nostra riunione di Consiglio Nazionale dimostra, ancora una volta, l’intensa partecipazione e professionalità con cui la Uilca ha affrontato il percorso di rinnovo del Contratto Nazionale del credito, con l’attivo coinvolgimento di tutto il quadro sindacale, a ogni livello, fin dalla stesura della Piattaforma rivendicativa.
In quest’ambito costituisce un elemento di particolare rilievo il valore che è stato attribuito agli aspetti sociali, inclusivi e valoriali che sono stati definiti con l’ipotesi di rinnovo.
Tutto ciò dimostra come una Organizzazione Sindacale, e la Uilca in particolare, sia una comunità di donne e uomini, che, aldilà di possibili idee differenti su come si affronta qualche problema, condivide una visione del mondo e della società profondamente concentrata sulla valorizzazione della persona e della sua umanità.
Per questo noi, come Sindacato, rappresentiamo un soggetto sociale vitale e indispensabile per contrastare le manifestazioni di intolleranza, discriminazione e prevaricazione sempre più pervasive in questi anni, che nascono da pericolose logiche di superiorità insite in ideologie prevaricatrici.
Del resto con l’attività sindacale abbiamo scelto di stare dalla parte di chi nel mondo del lavoro è il soggetto più debole e da valorizzare.
Farlo in una organizzazione confederale significa avere scelto di stare da quella stessa parte anche nella società, per costruire un’idea di Paese e società inclusiva, tollerante, democratica, in cui le differenze sono un valore di crescita, sviluppo e progresso.
Sì, il progresso, perché noi siamo, come Uil e come Uilca, sempre pronti ad affrontare il futuro in un’ottica di crescita, sempre pronti ad affrontare le sfide che ci attendono e sempre pronti a farlo con le modalità più coerenti con la difesa e la valorizzazione delle persone, intese nella loro sfera umana e professionale.
Il rinnovo del Contratto Nazionale che abbiamo sottoscritto, aldilà dei singoli temi toccati e delle soluzioni trovate sui vari argomenti, assume quindi ulteriore importanza per la sua impronta progressista, che consolida e fa avanzare la categoria dei bancari e si pone quale riferimento di sviluppo in tutto il mondo del lavoro, perché non rifiuta le sfide future, come la digitalizzazione e la disconnessione, ma vuole affrontarle e vincerle.
Anche in questo senso l’ipotesi di accordo sottoscritta con l’Abi costituisce un elemento di svolta, perché riesce a connotarsi come fattore di prospettiva con la definizione di elementi tecnici e normativi di grande rilievo, ottenuti attraverso il dialogo e la contrattazione.
Noi oggi abbiamo quindi il compito di fare vivere il nuovo Contratto Nazionale del credito nel Paese e nel mondo del lavoro, e in primo luogo nei settori in cui opera la Uilca.
E possiamo farlo solo se non consideriamo il rinnovo come un punto di arrivo, ma, proprio in ottica progressista, come un punto di partenza.
Il primo aspetto su cui dobbiamo lavorare per realizzare questo percorso è inevitabilmente l’Occupazione, perché è su questa materia, sotto tutti i suoi profili, da quelli numerici, a quelli professionali, a quelli qualitativi, che si gioca il futuro del settore e delle sue Lavoratrici e Lavoratori e si può dimostrare come una categoria di bancari solida, preparata, eticamente orientata e guidata sia indispensabile a costruire un Paese più solidale, sicuro, inclusivo e proiettato allo sviluppo.
L’occupazione nel credito, ma in realtà in tutti i settori in cui la Uilca è presente, è riferimento quindi per tutto il Paese e non può vedere, come già segnalato dal segretario generale della Uilca Massimo Masi, le forze politiche disinteressate o troppo concentrate a discutere di questioni marginali o povere di prospettiva.
Allo stesso tempo un progetto a favore di buona e stabile occupazione qualificata deve essere una necessità per le aziende del credito e per il loro futuro.
In questo senso ci preoccupano le tante previsioni negative che emergono nei piani industriali finora annunciati, come quelli di Unicredit, Deutsche Bank, Popolare Bari, perché si arrendono a idee contrarie a quelle di progresso e condivisione delle soluzioni insite nel rinnovo del Contratto Nazionale.
Le misure di taglio dei posti di lavoro sono infatti proprio quelle miopi e asfittiche che noi rifiutiamo.
Quando nel rinnovo del Contratto Nazionale vogliamo aprire una discussione sulla digitalizzazione, partiamo dal principio di fondo, condiviso in modo virtuoso con l’Abi e le parti datoriali, che questo fenomeno possa essere gestito come una opportunità di sviluppo.
Per questo è inaccettabile che in Unicredit sia invece inteso come motivo per ridurre il personale e respingiamo l’idea che l’efficienza produttiva si raggiunga tagliando i posti di lavoro e le opportunità di crescita delle persone che operano in un’azienda.
Questa posizione la indicammo con chiarezza già nella Piattaforma per il precedente rinnovo contrattuale, quando proponemmo alle banche un Contratto Nazionale capace di delineare un nuovo modello di banca, in cui potessero trovare spazio nuovi lavori, nuove mansioni e nuove professionalità.
Un progetto respinto dall’Abi per una visione limitata e chiusa delle aziende.
Per il nuovo rinnovo le Organizzazioni Sindacali hanno quindi fatto una scelta diversa, ponendo al centro delle richieste le persone, i loro bisogni e le loro aspettative, per definire solide strutture normative ed economiche, su cui costruire le condizioni necessarie a gestire i processi in cui quelle persone in futuro si troveranno a operare.
Oggi quell’impianto è stato consolidato ed è riferimento certo, per costruire un progetto comune con l’Abi e le banche nell’ambito delle positive relazioni sindacali del settore.
La Uilca è quindi pronta, come già manifestato pubblicamente dal segretario generale, a partecipare a un progetto unitario con le altre Organizzazioni Sindacali in cui si punti sulla riqualificazione professionale; sulla creazione di nuovi mestieri e nuove mansioni nell’ambito dell’attività bancaria, anche sfruttando le potenzialità del nuovo Comitato nazionale bilaterale paritetico sull’impatto delle nuove tecnologie/digitalizzazione nell’industria bancaria, con funzioni di Cabina di Regia; sull’insediamento di nuovi poli bancari in zone disagiate, soprattutto nel Mezzogiorno, sul ricorso alle risorse presenti nel Fondo per l’Occupazione, sullo sviluppo di logiche di solidarietà espansiva.
Un piano comune di settore, che deve avere lo sguardo rivolto ai prossimi anni, per garantire occupabilità e contemplare percorsi di uscita in ottica di ricambio generazionale, nel rifiuto dell’idea del personale come esubero.
Questo patto sociale sull’occupazione da realizzare con l’Abi, attraverso il confronto fondato sulle positive e costruttive relazioni sindacali del settore, può rappresentare il primo evidente risultato raggiungibile grazie alle prospettive e alle basi strutturate con il rinnovo del Contratto Nazionale.