Nel corso della diretta Facebook del 31 ottobre ho parlato delle pressioni commerciali riportando la frase detta dal Presidente dell’Abi Antonio Patuelli nel corso della celebrazione del 94° anniversario della giornata mondiale del risparmio. “L’etica deve sovrastare le regole stesse. Molto importante è la piena attuazione dell’accordo tra Abi e sindacati bancari sulle indebite pressioni commerciali.”
Ho pubblicamente e privatamente ringraziato il Presidente per aver ricordato, in quell’assise – non dimenticando il passaggio che ha fatto sul rinnovo del Ccnl – l’importanza del ruolo svolto dal sindacato nel settore del credito. Ricordo che nel corso della riunione la parola sindacato è stata pronunciata solo da Patuelli.
Ma passare dalle parole ai fatti, dagli accordi alla loro applicazione, il tragitto non è breve, anzi diventa ogni giorno più impervio.
Sarà che a causa dei bassi tassi di interessi, delle difficoltà per lo spread così alto, dell’incertezza politica e del calo del Pil le banche hanno sempre più difficoltà a fare bilancio così che le pressioni commerciali aumentano considerevolmente.
Constatiamo che la Commissione Nazionale è ferma e che non è ancora stata costituita.
Constatiamo che aumentano i casi di conflittualità nelle banche sul tema delle pressioni commerciali che, spesso viene collegato alla mancanza di personale.
Gli scioperi proclamati in Unicredit in Veneto, Friuli e Liguria, lo stato di agitazione in Sardegna sono punte dell’iceberg del grande malessere che è presente fra i lavoratori.
Tant’è, e applaudiamo a queste iniziative, sia la Uilca Sicilia che la Uilca Unicredit hanno distribuito un questionario fra i lavoratori per conoscere esattamente lo “stato dell’arte”, la gravità delle pressioni e le conseguenze che queste torchiature hanno sul lavoro e, soprattutto, sulla qualità del lavoro nelle filiali e il rispetto verso il cliente.
Pubblicheremo nei prossimi giorni i dati che emergono da questi questionari.
Ma il malessere non esiste solo in Unicredit.
Nella recente pubblicazione del giornale aziendale della UILCA del Coordinamento BNL chiamato “UILCATTIVI” nell’articolo intitolato “per una politica commerciale corretta e sostenibile”, il Segretario responsabile Francesco Molinari sostiene che “dobbiamo discutere e confrontarci sul nostro futuro di bancari e sulle forti trasformazioni delle Aziende in cui lavoriamo. Altrimenti corriamo il concreto rischio che gli ottimi accordi sottoscritti diventino una foglia di fico dietro la quale le banche si riparano dalle legittime critiche dell’opinione pubblica, giustamente indignata per il comportamento di alcuni banchieri nel recente passato assurti alla cronaca per comportamenti che hanno destabilizzato il sistema. Non possiamo più tollerare la disapplicazione dei protocolli che, peraltro, sono organicamente normativa aziendale e come tale da rispettare ed applicare alla stregua delle altre policy aziendali. Se questo intollerabile stato di cose dovesse perdurare, non esiteremo a chiamare tutti i lavoratori e lavoratrici del Gruppo BNL alla mobilitazione generale!
Anche in altre realtà bancarie il problema delle pressioni commerciali sta emergendo. Probabilmente qualche banchiere non ha ancora capito che le pressioni commerciali, l’imposizione alle vendite, la non professionalizzazione dei dipendenti, riporta indietro l’orario della storia del sistema bancario italiano.
Massimo Masi
Segretario Generale Uilca