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Uilca Umbria, Regione, Confartigianato Imprese e Uil insieme su desertificazione bancaria benessere lavorativo

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A Perugia per la prima volta il massimo organismo politico del Sindacato

Pressioni commerciali e desertificazione bancaria i temi al centro della tavola rotonda tra la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, il presidente Confartigianato Imprese Terni Mauro Franceschini, il segretario generale Uil Umbria Maurizio Molinari e il segretario generale Uilca Fulvio Furlan all’interno dell’Esecutivo Nazionale Uilca, il massimo organismo politico dell’Organizzazione Sindacale, che per la prima volta si è svolto ieri e oggi nel capoluogo umbro.

“Le pressioni commerciali riguardano i bancari e le aziende del credito ma anche istituzioni politiche e società civile. Per questo come Uilca siamo convinti, oggi più che mai, che sia fondamentale recuperare un ruolo sociale delle aziende”, ricorda il segretario generale Uilca Fulvio Furlan. “Il dibattito di oggi è un esempio della strada che abbiamo intrapreso, quella di un dibattito più ampio che coinvolga le parti sociali interessate. Con questa stessa logica portiamo avanti la battaglia contro la desertificazione bancaria che portiamo avanti con la campagna Chiusura filiali? No, grazie e che ora ha dato vita a un tavolo di lavoro al Cnel sul tema, grazie al supporto del presidente Renato Brunetta”.

L’Umbria è una regione dalla conformazione particolare e, proprio in virtù di ciò, il tema dei servizi è fondamentale. In questo senso la desertificazione bancaria è un fenomeno nazionale, con ripercussioni locali. Quello che può fare la politica è mettere in campo azioni che possano prevenire questa tendenza. Ci troviamo, troppo spesso, a far fronte ai piani industriali delle grandi banche che non considerano l’aspetto sociale dell’istituto di credito. Per questo, tra le azioni della politica, c’è e deve esserci una profonda difesa delle banche locali e di quegli istituti che si appoggiano sul territorio”, così la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei.

“Il problema della chiusura delle banche diventa un problema sociale vero: il cittadino vuole parlare con il bancario. Il problema sociale è anche in termini di socialità: con l’assenza di un servizio essenziale come quello delle banche si compromettono anche questi aspetti, soprattutto per le persone più anziane”, osserva il segretario generale Uil Umbria Maurizio Molinari.“Fondamentale sottolineare il fatto che i dipendenti delle banche non sono numeri, dobbiamo interpretare e reggere un cambiamento sociale alla luce delle nuove tecnologie che non cambiano però l’importanza sociale degli istituti di credito”.

Come imprese siamo molto preoccupati per la chiusura degli sportelli bancari soprattutto perché quando una banca chiude viene meno il rapporto umano con l’istituto di credito, che non può essere sostituito dalla tecnologia, un algoritmo non può fare tutte le valutazioni necessarie e corrette sullo stato di salute di un’impresa”, osserva il presidente di Confartigianato Imprese Umbria Mauro Franceschini.

I dati della desertificazione bancaria in Umbria
In Umbria, dal 2018 al 2023, gli sportelli bancari sono diminuiti del 23,7% (-102), passando da 431 a 329. I comuni serviti da banche sono diminuiti del 19,2% (-15), passando da 78 a 63. Nel 2023, sono 44.652 gli abitanti senza sportello bancario, pari al 5,2%, di questi 15.671 sono over 60. Per Luciano Marini, segretario regionale Uilca Umbria, “le banche devono recuperare il ruolo sociale e presidiare il territorio in termini di sostegno per le comunità e per le imprese e per garantire la regolarità dell’accesso al contante”.

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