La UILCA aderisce alla Giornata Mondiale per il Lavoro Dignitoso, promossa dalla Confederazione Internazionale dei sindacati ITUC, quest’anno dedicata al “lavoro di cura e assistenza alla persona”, consapevole che non solo serve lavoro ma serve soprattutto che il lavoro abbia caratteristiche di dignità e di rispetto e di come, questo genere di lavoro, sia poco considerato e spesso caratterizzato da precarie condizioni salariali, dalla irregolarità dei rapporti di lavoro e dalla mancata applicazione delle tutele e dei diritti garantiti dalla contrattazione esistente.
Parlare di Pari Opportunità significa impegnarsi affinché nel mondo del lavoro non esistano discriminazioni di genere e, siccome il lavoro di cura viene quasi esclusivamente svolto dalle donne, aprire un focus su questa tematica significa sollecitare una riflessione sull’uguaglianza di genere sul lavoro e nella società.
Il nostro è un Paese che invecchia, con un’aspettativa di vita per uomini e donne che supera gli 83 anni di media, la più alta nella UE alla quale si contrappone una natalità tra le più basse in Europa. Questo significa che nei prossimi aumenterà significativamente la richiesta di assistenza alle persone anziane, dei cosiddetti servizi di cura con un fabbisogno aggiuntivo di lavoro specializzato.
Nella realtà, la gran parte del lavoro di cura è il risultato del lavoro silenzioso ed invisibile dei/delle familiari (specialmente donne) che fanno quotidianamente i salti mortali per stare dietro ai propri figli e alle persone anziane; questo porta a inevitabili ripercussioni sulla propria salute, sul proprio benessere, sui propri progetti di vita a corto, medio e lungo periodo.
Basti pensare al grande numero di donne che ogni anno sono costrette a lasciare il proprio lavoro, optando per le dimissioni volontarie, per l’impossibilità di conciliarlo con la maternità.
Ma nonostante la diffusione di questo fenomeno e la rilevanza che sta assumendo il lavoro di cura nel nostro Paese, questo non è mai stato e non è un elemento centrale delle politiche pubbliche né del dibattito socio economico, e la società non si domanda in modo collettivo come si pratica il lavoro di cura, né come si dovrebbe praticare, quali diritti deve avere e quali prospettive in termini di dimensione lavorativa.
Esistono sì programmi, servizi e prestazioni pubbliche, imprescindibili per ridurre il carico di questo lavoro che grava sulle famiglie, ma questi risultano insufficienti e non sempre l’accesso è garantito a coloro che ne hanno effettivamente bisogno ne’, spesso, tali servizi sono adatti alle esigenze di chi li richiede.
In poche parole, il lavoro di cura rappresenta una base inevitabile della nostra vita in comune e, per questo, deve essere messo al centro delle priorità della politica, tanto sociale quanto economica, tanto più in una società civile come la nostra.
Il sindacato può svolgere un ruolo fondamentale su più fronti, da quello di incalzare la politica ad assumersi responsabilità all’individuazione di risposte collettive attraverso soluzioni contrattuali oltre ad occuparsi di garantire salari decenti, condizioni di vita e di lavoro sostenibili per chi opera in questo comparto.
Nel nostro settore, ad esempio, è stata introdotta la Long Term Care (LTC) per i soggetti colpiti da eventi invalidanti tali da generare uno stato di non autosufficienza caratterizzata dall’impossibilità di condurre una vita autonoma. Un passo avanti importante.
Occupazione, tutele e servizi quindi a disposizione del lavoro di cura, maggiori investimenti ma soprattutto sensibilizzazione affinché non resti un lavoro di serie B ma sia considerato lavoro a tutti gli effetti e con gli effetti di un lavoro dignitoso nell’ottica dell’uguaglianza di genere che ci vede tutti impegnati a raggiungere.
Mariangela Verga
Segretaria Nazionale Uilca